Agevolazioni per gli incontinenti in italia: dai dispositivi gratuiti all’iva al 4% sui pannoloni, ecco quali sono

Agevolazioni per gli incontinenti in italia | IncontinenzaOnline

L’incontinenza incide in tanti modi diversi sulla qualità della vita di chi ne soffre. Uno degli aspetti più trascurati è l’impatto economico che questa problematica può avere: la dotazione – di pannoloni, traverse, cateteri etc. – necessaria per contrastarla, infatti, ha costi che solo in parte vengono compensati dallo Stato e dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

Andiamo allora a scoprire se esistono e quali sono le agevolazioni per gli incontinenti in Italia.

La “Carta dei diritti delle persone con incontinenza”, redatta da FINCO, indica – al punto 6 – il diritto all’informazione “su tutti i dispositivi medici ottenibili gratuitamente dal servizio sanitario nazionale e regionale” come fondamentale.

Ciononostante la normativa è così complessa e articolata che non è semplice orientarsi, con il rischio che qualcuno non sappia di poter usufruire di agevolazioni e contributi che pure gli spettano (e dunque si trovi a sostenere da solo e senza aiuti le spese per gli ausili anti-incontinenza).

Il fatto poi che lo Stato abbia definito un quadro normativo di massima, lasciando alle Regioni la possibilità di decidere autonomamente (all’interno di questo quadro) come supportare le esigenze delle persone che soffrono di incontinenza, in realtà finisce per complicare ulteriormente la situazione e creare disparità tra Cittadini di zone diverse del nostro Paese.

Il punto di partenza, comunque, resta il Decreto 332/99 del Ministero della Salute, modificato dal 321/2001: in queste leggi “gli affetti da incontinenza stabilizzata” sono indicati tra gli aventi diritto alle prestazioni di assistenza protesica.

Le stesse leggi indicano il percorso da seguire per ottenere le agevolazioni: serve anzitutto che il medico di base prescriva una visita da uno specialista accreditato dal SSN competente per questo tipo di situazione (quindi generalmente un urologo, un geriatra o un neurologo, a seconda del tipo di incontinenza).

Questo specialista deve:

  • indicare “i dispositivi medici necessari e appropriati” di cui la persona ha bisogno;
  • definire il loro numero – perché come dice la legge “Nell’indicazione del fabbisogno, la prima prescrizione tiene conto della eventuale necessità di verificare l’adattabilità del paziente allo specifico dispositivo prescritto”;
  • stabilire il periodo di validità della prescrizione, che comunque non può essere superiore a un anno (e deve essere rinnovata di volta in volta).

La prescrizione dello specialista è gratuita e deve essere fatta preferibilmente da un medico che opera presso una struttura pubblica, anche se sono previste alcune eccezioni limitate a situazioni molto circoscritte; non sono valide, invece, le prescrizioni fatte durante visite ambulatoriali a pagamento.

Una volta ottenuta la prescrizione bisogna presentarla all’ASL di competenza, che organizzerà “idonee modalità di consegna frazionata” dei pannoloni, delle traverse e di tutti gli altri dispositivi medici riservati agli incontinenti.

A proposito, di quali dispositivi stiamo parlando?

Anche per questi dobbiamo fare riferimento al Decreto del Ministero della Salute 321/2001, firmato dall’allora Ministro Umberto Veronesi: sono i “Cateteri vescicali ed esterni ISO 09.24”, i “Raccoglitori per urina ISO 09.27”, gli “Ausili assorbenti per l’urina “ISO 09.30” e gli “Accessori per letti – traverse assorbenti ISO 18.12”, raccolti e dettagliati nella tabella del nomenclatore protesico disponibile a questo link.

Abbiamo visto quindi che un quadro normativo generale c’è, ma la realtà dei fatti è che le agevolazioni per gli incontinenti cambiano da regione a regione e – spesso – addirittura di ASL in ASL.

Facciamo qualche esempio per capire alcune delle situazione attualmente valide nel nostro Paese.

A Torino è possibile richiedere al proprio Distretto Sanitario i seguenti ausili: pannoloni, cateteri (esterni o interni), sacche di raccolta per l’urina e traverse salvamaterasso.

Per poter inoltrare la richiesta è necessario che un medico specialista (urologo, geriatra o neurologo, a seconda della patologia del paziente) visiti – a domicilio o presso un ambulatorio – il richiedente per poter certificare la diagnosi di un caso di incontinenza che richiede l’uso degli ausili che abbiamo indicato prima.

L’autorizzazione del medico (scritta su ricettario regionale) dovrà poi essere presentata presso gli uffici amministrativi del Distretto Sanitario; una volta approvata la richiesta, gli ausili possono essere consegnati direttamente al domicilio del paziente (senza spese), oppure ritirati presso una farmacia o una ditta convenzionata.

Purtroppo non tutte le ASL hanno una pagina ricca di informazioni come quella di Torino: in rete è possibile trovare indicazioni riguardo alle altre regioni (o città), ma difficilmente troveremo pagine dedicate.

Chi cerca informazioni in merito alle agevolazioni per i pannoloni su Milano, per esempio, potrebbe imbattersi nella pagina della ATS cittadina che però non è particolarmente ricca di dettagli: si sa che hanno diritto ad ausili quali cateteri, pannoloni, traverse assorbenti gli invalidi, i minori di 18 anni e chi si trova in situazioni di non autosufficienza e sta aspettando la certificazione di invalidità.

Per la prescrizione dei pannoloni in questo caso può bastare il parere del medico di famiglia, mentre per tutti gli altri ausili serve il parere di uno specialista abilitato. Inoltre è prevista una modulistica “ad hoc” per la raccolta della documentazione, che viene poi trasmessa entro 5 giorni alle farmacie cui il Cittadino potrà rivolgersi mensilmente per il ritiro della dotazione gratuita che gli spetta.

Ancora, nelle Marche sappiamo che vengono forniti 60 pannoloni al mese a paziente, indipendentemente dal grado di incontinenza; nel Veneto vale la Legge regionale n. 34 del 20 novembre 2003; in altre regioni (come la Sicilia e la Toscana), per aver diritto agli ausili viene ancora richiesta anche l’invalidità civile.

Il panorama è quindi tutt’altro che uniforme e, molto probabilmente, è destinato a cambiare nel corso degli anni: per questo – se abbiamo bisogno di informazioni – la scelta più saggia è quella di rivolgersi direttamente alla propria ASL di competenza per ricevere indicazioni certe.

Un altro aiuto messo a disposizione di chi soffre di incontinenza è l’IVA agevolata (al 4% anziché il classico 22%) per l’acquisto di pannoloni per incontinenti e traverse, ossia “le protesi e gli ausili inerenti le menomazioni di tipo funzionale permanenti” indicate anche dall’Agenzia delle Entrate sul suo sito.

In questo caso, però, per ottenere l’agevolazione non basta la prescrizione dello specialista che indica il legame tra la menomazione e il sussidio (ossia tra l’incontinenza e il bisogno di pannoloni o traverse), ma serve anche il certificato di invalidità.

Come abbiamo visto, infatti, la dotazione – tipicamente mensile – fornita dall’ASL di competenza può non essere sempre sufficiente per sopperire alle esigenze di un incontinente.

Benché l’acquisto di pannoloni extra non dovrebbe essere necessario, almeno a livello teorico, in molti casi si dimostra invece indispensabile per avere una copertura adeguata: l’esistenza di un’IVA agevolata al 4% sui pannoloni in questa situazioni si rivela d’aiuto.

Sempre a proposito di agevolazioni, infine, alcuni Comuni hanno previsto una riduzione della TARI (ossia la TAssa RIfiuti) per chi ha una o più persone incontinenti nel proprio stato di famiglia: questo, che si riferisce a Parma, è solo un esempio, ma vi consigliamo di chiedere presso il vostro Comune di residenza se sono previste misure analoghe.

Come abbiamo detto in precedenza, però, a causa di una normativa multiforme e dell’assenza di linee guida generali è difficile fare un quadro delle agevolazioni riservate agli incontinenti, così come è difficile – per chi si trova in questa situazione – orientarsi.

Per questo è importante rivolgersi al proprio medico di base, che è il primo presidio in grado di fornire le indicazioni più utili su base territoriale; successivamente si può indagare anche presso il Comune l’esistenza di ulteriori agevolazioni che certo non risolvono il problema, ma aiutano a conviverci con maggiore semplicità e serenità.

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